"Non siamo davvero solisti nemmeno nella nostra vita, ma la scena di un dialogo a più voci, tutte, purtroppo, forse, dello stesso valore".
( Göran Tunström )


venerdì 26 giugno 2009

carinerie



"Gò bisogno de un omo forte che mi dia una mano a scaricare l'aspiratore del laser", disse con spiccato accento rustico e plebeo l'autista, guardandosi attorno nel reparto produzione.
"Ma ghe xè solo femmine qua" disse tra sè e sè dirigendosi verso gli uffici lanciando nel frattempo sguardi furtivi alla scollatura generosa della Miranda, alle gambe abbronzate e ben esposte di Jeniffer e al prorompente fondoschiena della Mirella che giusto in quel momento passava di lì con la sua andatura da bradipo ciondolante. "Gò bisogno de un omo forte che mi dia una mano", ripete come una giaculatoria ad ogni donna che incontra e che lo degna di attenzione, fino a quando mi vede attraverso i vetri dell'ufficio e un po' rimane perplesso, indeciso se chiedere il mio aiuto o no.
"Va' ben anca 'na mezza figa dai", lo sento dire , finalmente convinto prima di entrare .

Ecco, tra le tante carinerie che mi sono state dette nella mia vita questa ancora mi mancava.

Nonostante le perplessità dell'estimatore plebeo sulla riuscita del mio aiuto, dovute probabilmente alla mia linea invidiabile che lui non aveva, ho avuto la mia piccola vendetta personale quando mi ha chiesto di rallentare perchè non riusciva a starmi dietro, quando pochi istanti prima mi chiedeva senza tanti giri di parole se ce l'avrei fatta.
Le mezze fighe con il ciuffo azzurro possono questo e anche altro, ingoia la polvere e bacia il suolo dove cammino, tzè !

domenica 7 giugno 2009

consultazioni europee e dintorni


Domenica dedicata in parte al lavoro, anche se avevo previsto e sperato di passare diversamente il mio tempo, ma tant'è, una serie di eventi mi hanno impedito di seguire i programmi che mi ero imposto. Ieri pomeriggio, tra le 15.30 e le 16.00 in questa zona si è scatenato un violento temporale con il suo carico di pioggia, grandine e vento. Ad appena 4 chilometri da casa mia il tutto si è concentrato in una tromba d'aria che ha provocato dei danni enormi alle abitazioni, alle aziende e all'ambiente, con case scoperchiate, alberi d'alto fusto strappati da terra e fatti volare chissà dove, capannoni aziendali e aziende agricole dove a mala pena hanno tenuto le strutture murarie, vetri infranti alle finestre, cartelloni stradali spazzati via dal vento, pannelli fotovoltaici spariti chissà dove. La scena che si presentava dopo pareva quella che si vede in seguito ad un bombardamento, i feriti sono 28 tra cui una signora piuttosto grave colpita da un palo di cemento, 250 circa le persone che hanno dovuto lasciare la casa perchè non agibile. Tutta la zona ha risentito indirettamente del maltempo, con l'energia elettrica che andava e veniva.
Io lavoro soprattutto con dati telematici quindi senza corrente elettrica posso fare poco, per questo ieri ho deciso di staccare prevedendo di finire questa mattina. Non avevo considerato però che avrebbero staccato la fornitura di energia in tutta la zona per ripristinare probabilmente una serie di collegamenti in sicurezza, e fino alle 13.30 circa non ho potuto fare niente, nemmeno scaldare l'acqua per il the o cucinare gli spaghetti con verdure e gamberetti come avevo previsto.
Avrei potuto nel frattempo andare a votare, ma non riuscivo a trovare la tessera elettorale, e non avevo nessuna voglia di raggiungere il centro storico per passare all'anagrafe a farmi dare una nuova copia, così, nell'attesa, ho fatto qualcosa che non facevo da tanto tempo, ho oziato un po', ho letto qualche rivista non troppo impegnata, ho mangiato yogurt e frutta fresca nel terrazzino di casa lasciandomi scaldare dal sole, senza fretta per finire, senza il pensiero a quello che avrei dovuto fare dopo. Ogni tanto fermarsi anche forzatamente fa bene.
Vedo passare un furgone dell'Enel e poco dopo ritorna la corrente a ricordarci quanto siamo dipendenti dalle cose in questo mondo evoluto che va sempre di corsa e si ferma solo quando si schianta. Mi metto al lavoro e finisco prima di quello che avevo previsto, è sempre così, quando hai la mente lucida e riposata riesci a fare le cose più velocemente e con meno affanni, devo ricordarlo più spesso. Faccio un giro per i blog che mi piace leggere, ma senza lasciare commenti, oggi non sono in vena anche se vorrei scrivere a Byb, a Gan a Poto a Rosa e non so più a chi altri, perdonatemi, non è che mi manchi la capacità di sintesi, ma quando scrivo sono come un fiume in piena e non finirei più, andando completamente fuori tema rispetto al post che leggo. Passo in rassegna anche qualche quotidiano online giusto per tenermi informato su quello che avviene fuori dal maniero e mi cade l'occhio sulla notizia che oggi convolava a nozze il Governatore della mia regione, il Giancarlo, al quale facevano da testimone due semplici amici, non proprio comuni cittadini, il Silvio e il Marcello: ho avuto un attacco di bile velenosa.
Ho buttato all'aria i cassetti e alla fine ho trovato la mia tessera elettorale, mi sono avviato alla circoscrizione per votare, dopo ovviamente essere prima passato per qualche minuto al reparto restauro, non sia mai che incontri l'uomo della mia vita e mi veda con un aspetto in sottotono, e poi volete negarmi il piacere di fare l'uomo del mistero che nessuno conosce (perché mi sono trasferito qui da qualche anno) e di cui tutti vorrebbero sapere? hahaha!
Come non notarle le comari del paesino che bisbigliano tra loro, e la coppietta locale di fidanzatini appiccicosi dove lui, probabilmente primogenito e cocco di mamma diplomato ragioniere ha l'incarico al seggio elettorale, e lei tutta gasata di fare l'ingresso in società come sua futura consorte , ovviamente con prossimo matrimonio religioso in pompa magna, che ostenta uno strato di fondotinta di cattiva qualità che sembra una passata di malta fine prima dell'intonaco sui muri. Mi guardano, zittiscono e vedi la nuvoletta sopra la loro testa che dice : "Chi è questo?, ma è gay?", per poi distogliere lo sguardo perché io sono uno che guarda i curiosi dritto negli occhi costringendoli a cambiare visuale, perché è evidente che contro uno sguardo con sopracciglia inarcate ad ala di gabbiano si sentono impotenti...hahaha !
Insomma ho fatto il mio dovere di cittadino e ho votato, evitando accuratamente tutti i nomi e i simboli del manicomio delle libertà e loro affiliati.

Cercando un'immagine da inserire in questo post ne ho trovato una molto divertente che illustra chiaramente cosa vorrebbero fare molte persone quando guardano le trasmissioni televisive che parlano dei risultati elettorali... eccola (notare anche il cane).

lunedì 1 giugno 2009

Fuck_you


Lily Allen è lì in sottofondo che canta la sua "fuck you" assurta agli onori della cronaca recente grazie ad alcuni video cliccatissimi su you tube. Mi piace, è orecchiabile, ti entra dentro e ti lascia una voglia di spararti le pose sceme davanti allo specchio. Ascolto solo questo pezzo, è inserita la funzione a ripezione e diventa quasi un mantra, una sorta di brodo dove cuociono i miei pensieri. Ha un sottofondo struggente che non riesco a definire e un retrogusto di fine settimana di inizio estate passato sfrecciando per le autostrade del nord italia per raggiungere i locali più cool delle serate gaye danzanti ed ammiccanti: l'aria calda ma non troppo, la notte ancora giovane e le forze fresche, la prima abbronzatura dorata sottolineata dalla canotta assassina che tutti mi invidiano, il latte di malva sulla pelle che mi rende morbido, profumato e suadente come una puttana d'alto bordo. Accanto a me E. che mi racconta le sue ultime dis-avventure erotico-comiche con il disgraziato di turno, ed è un'orda di misure , sproloqui, maledizioni celtiche-montanare intervallate da risate, sospiri e malocchi verso le vecchie che ci precedono nell'altra macchina. Viaggiare ci fa sentire quasi in vacanza, un po' si spera dentro che la serata sia più fruttuosa delle ultime.
Ecco, questa canzone ha il gusto di una risata un po' amara, perché un po' è positiva, un po' ti fa pensare che avrebbe potuto essere migliore se le cose, le situazioni e le persone fossero state diverse.
Ieri, per la prima volta dopo quasi tre mesi di lavoro indefesso, mi sono preso una pausa da tutto e da tutti e ho avuto il tempo per riappropriarmi dei pensieri per me stesso, ho smesso di pensare alle necessità degli altri e ho cercato di capire i miei desideri.
Non ne ho trovati e non so più se è solo stanchezza cronica o il sintomo di un'apatia generale che sta prendendo sempre più spazio.
L'altra sera dai miei ho incrociato sorella grande giusto in tempo per salutarla prima della sua avventura di un mese in terra inglese in quel di Cambridge per prendere più confidenza con la lingua locale in previsioni di lavori che la porteranno spesso in giro per il mondo: è tutto un po' nuovo anche per lei che, nonostante l'aspetto da ragazzina si trova a quarant'anni a fare vita da studentessa. Ecco, avrei voglia di qualcosa di simile, di fare tabula rasa e cominciare qualcosa di nuovo, lontano da qui, da questa italietta da operetta che lascia sempre più sconcertati mano a mano che passa il tempo. Ma credo sia essenziale viaggiare leggeri, i miei adorati libri dovranno aspettare il mio ritorno, tanto ormai non ho più nemmeno il tempo da dedicare a loro, poi devo pensare a Geltrude, Anastasia e le Tre Grazie, le mie piante, ma sono sicuro che per un po' di tempo mamma potrà occuparsi di loro. Alvaro, AliceJoe, Placido e l'ultimo arrivato Amelio resteranno al sicuro in una scatola, il bello dei peluche è che non ti chiedono mai niente e si accontentano dei momenti che gli regali, è nei sogni che si prendono la rivincita e ottengono quello che vogliono.
Poi ci sono le persone che mi conoscono, quelle che mi vogliono bene. Per loro non si può fare come i peluche, sicuramente in una scatola non ci vogliono stare. Un giorno E. citanto una frase di M.L.King vi fece arrivare un rimprovero indiretto per i miei silenzi:
"Non è grave l'urlo dei violenti, bensì il silenzio spaventoso delle persone per bene".
Questa è la mia risposta, oggi come allora: A volte i silenzi riempiono il vuoto della vita, a volte le parole ti costringono a condividere questo vuoto con gli altri. Non è questo che voglio dare alle persone che amo.
Per quelli che no, che proprio non mi sopportano : fuck you.

Male che vada farò come quel protagonista di una deliziosa novella di Gianni Rodari e dirò: "Basta, mollo tutto e vado via con i gatti!"