"Non siamo davvero solisti nemmeno nella nostra vita, ma la scena di un dialogo a più voci, tutte, purtroppo, forse, dello stesso valore".
( Göran Tunström )


mercoledì 24 dicembre 2008

Buon Natale




Corse , telefonate , pacchetti , negozi , scadenze di lavoro , ore di sonno perdute , la spesa da fare , palline colorate , cristalli di neve .

Per chi come me ne avesse già le scatole piene di tutto questo , consiglio una visione a questa graziosa immagine di repertorio , per tutti gli altri un augurio sincero di Buone Feste .

lunedì 22 dicembre 2008

Always on my mind




C'è una persona che mi riempie i pensieri , che mi è vicina seppur lontana , che ha risvegliato in me la voglia di essere guardato e desiderato , che mi sa toccare dentro in modo deciso e delicato insieme .
Si sente spesso in colpa , perché non può dedicarmi tutto il tempo che vorrebbe , perché il Fato a volte rema contro e non tutto procede come nell'immagine dei suoi desideri . Lui sa che io non ho fretta , che so aspettare anche se , in questo preciso momento , mi manca qualcosa di lui a cui aggrapparmi , le sue braccia , la sua presenza .
Leggo le sue parole , guardo le sue foto e ascolto questa canzone , come se fosse la sua voce a cantarla , a farmi compagnia .
A volte le piccole bugie sono consolatorie .


giovedì 18 dicembre 2008

Bianco e Oro , nome in Blu

L'avevi promesso , ero in attesa e oggi sei arrivato .
Bellissimo ed elegante , vestito di bianco e di un alone di luce .
La pelle luminosa , le linee pure e pulite e un profumo di nuovo con delle note di opulenza .
Ritrovo quei tuoi occhi meravigliosi e trasparenti , i tuoi sguardi a tratti timidi , altre volte birichini , i sorrisi anche buffi e quel tuo corpo bello , lungo , alto , armonioso .
L'avevi promesso e sei arrivato , insieme al tuo nome , scritto in blu, tutto per me .

mercoledì 10 dicembre 2008

legami


Nonno è stato l'ultimo vero mugnaio della famiglia , come suo fratello rimasto al paese natìo ai piedi della montagna a continuare l'attività che era stata del loro padre , e prima di lui del loro nonno e poi indietro nel tempo in un susseguirsi di avi dove i nomi si ripetevano sempre uguali in continuazione anche all'interno dello stesso nucleo famigliare , facendo perdere quasi il senso dell'orientamento a chi volesse approfondirne la genealogia .

Vite spese a cercare di carpire i segreti della pietra migliore da usare nella macina , in bilico tra livellamenti e pressioni dell'acqua che dovevano dare forza e motore alla ruota e a tutti gli ingranaggi interni. Per ottenere farina profumata e preziosa come polvere d'oro, oppure bianchissima impalpabile e sottile e poi , semole da setacciare e turaccioli da scartare .
Vite spese a contrattare sul valore economico della propria mansione avendo sempre davanti agli occhi un pregiudizio duro a morire , ché il mugnaio quando travasa la farina sul sacco si riempie le maniche fino ai gomiti e mangia sulle spalle degli altri . Nonno aveva tanti difetti , ma gli mancava la capacità di volersi approfittare del prossimo e le maniche della sua camicia erano sempre , perennemente , arrotolate fino ai gomiti , fiero della sua onestà professionale .
Lui con quel nome così diverso dalle consuetudini famigliari, dall'animo così bonario che aveva donato la sua vita al lavoro e alla famiglia come fosse tutt'uno , aveva dentro uno spirito avventuriero , un ché di romantico quasi legato alle storie dei grandi viaggi per mare ; lui , sopravvissuto ai fratelli e alle sorelle , fino all'ultimo ha covato un desiderio di bambino : partire e viaggiare per il mondo .

Una sola volta nella sua vita volle decidere di testa sua e andare contro al clan , quando sposò nonna , quella bionda che si tingeva di scuro come la sua migliore amica rossa , ché non capitasse mai che certi colori insoliti potessero dare adito a cattive voci , quella un po' foresta che veniva da una famiglia di "sìngani giramondo" , quella che "no 'a poe exere 'na brava fémena , perchè invexe de star casa 'a lavora in fabrica ".
Si sposarono alle 4.30 del mattino in una fredda giornata di fine gennaio , quasi di nascosto , per portare rispetto al lutto che lui ancora osservava per la sorella morta di tisi un anno e mezzo prima .Arrivarono nella nuova casa , alta e stretta , fatta di sassi e pietre grosse così : c'era il camino , il paiolo , i balconi , un tavolo il letto e poco altro : niente vetri alle finestre, la famiglia non approvava , non poteva più ostacolarlo ma non li avrebbero nemmeno aiutati , perché "quea là de sicuro 'a ghe magna fora tuto ".
Arrivarono con un carrozzino trainato da due cavalli bianchi , lui probabilmente un po' dandy e con quello sguardo lievemente strabico che ne faceva un seduttore nato , nonna col suo vestitino di velluto nero con il colletto lavorato a uncinetto , si sentì per una volta nella sua vita una principessa . Anche senza i tanti gioielli delle matrone della famiglia di lui che poi , in là negli anni , si divisero le altre cognate .
Il mulino necessitava di qualche miglioria , ma la struttura muraria dell'edificio , di metà settecento , era salda , il dislivello del corso dell'acqua sarebbe stato aumentato un po' e in questo modo una ruota più grande , più forte e potente avrebbe preso posto nello scivolo .

Nonno non ha mai parlato molto del suo lavoro , non ha effettivamente fatto nulla per trasmettere ai figli e ai nipoti i segreti di quella macchina complessa , che noi bambini , giocandoci , scoprivamo un po' alla volta .Era un mestiere fatto di gesti : la granaglia da pesare sulla grande bilancia di terra , il rumore come di chiacchierìo dei chicchi che cadevano nel recipiente di legno , il controllo delle ruote dentate , delle cinghie di cuoio largo e lucide che scorrevano tra ingranaggi di legno e ferro , la grande pietra rotonda della macina , ruvida e fredda . Le assi di legno per bloccare il corso dell'acqua e alzare il livello , il bastone pesante di metallo che serviva per regolare le chiuse e aprire al momento opportuno il passaggio dell'acqua dalla cascata allo scivolo della ruota .

E poi improvvisamente quel rumore , sempre uguale, quasi un battito , un suono un po' ovattato con un eco di legno e di acqua .

Lui un po' sentiva che quel lavoro sarebbe stato destinato a morire con lui e a vederci giocare tra i sacchi di farina e i setacci per le semole , un po' gli pareva che forse non tutto era perduto , ma che nulla sarebbe più stato come prima . Come quando , preparata la farina si caricava il carro , e la mula era lì , bella pronta e forte , bastava salire sù e lei partiva , andava all'altro mulino , quello dove tutto era partito .
Lì dove ancora si raccontava che gli avi erano arrivati in quella zona scappando dalla terra di Francia durante l'epoca buia della Rivoluzione , perchè in quel luogo ormai un titolo di Conte e amministratore delle Finanze era troppo pericoloso da esibire .
Non si è mai capito in quale momento si sia persa memoria della Storia e quando il ricordo è diventato prima racconto e poi mito , quando il nome del casato è stato modificato adattandolo alla nuova Patria segnandone , in qualche modo, il declino e un nuovo inizio .

Qualche anno fa , papà e due suoi cugini , si ritrovarono per fare una cosa alla quale tutti e tre avevano assistito nella loro vita di figli di mugnai : la pulitura delle grandi pietre rotonde delle macine . E' stato come lavorare su una sacra reliquia , con pazienza certosina , come portare a nuova vita strumenti rimasti immobili e muti per molti anni , del cui uso si era quasi dimenticato il ricordo : soltanto sommando i vari frammenti di memoria tra loro sono riusciti ad usarli .
Una grande pietra rotonda di quasi due metri di diametro , con un foro al centro per il passaggio dei chicchi di grano o di orzo .

Chissà quante storie nasconde nella sua materia , quanta farina e il sole e la pioggia e la fame , tanta fame durante la guerra , grani dorati e chicchi preziosi , un pezzo di gesso e di carbone per annotare i numeri .

E' come guardare il cerchio del ciclo della Vita .

martedì 2 dicembre 2008

Due Dicembre Duemilaotto


Il maglione di Roberto è verde , verde come un prato di primavera , verde come una bandiera . E' un colore che non ho mai amato , difficilissimo da portare . Ma di Roberto ero innamorato e , quando hai quindici anni , metti da parte anche il buon gusto pur di indossare qualcosa della persona che ti fa sentire le farfalle allo stomaco . Pur di portare qualcosa che sembra suo ma non lo è , però , a volte , l'esigenza di raccontarsi piccole bugie serve a rendere un po' più dolce la vita .
Lo indossavo e sentivo il suo odore , lo toccavo ed era come essere avvolto dalle sue braccia . Roberto è rimasto lì , in un cantuccio dei miei ricordi , un po' dimenticato . Di lui non so più niente , le nostre vite non si sono più incrociate da allora . E' rimasto il "suo maglione" , anche quello in un cantuccio , un po' nascosto , lontano dagli occhi , lontano dal cuore . La mia vita è piena di frammenti di spazio che nascondono parti di loro , una collanina in caucciù , il braccialetto di gomma blu , la bandana rossa a fiori bianchi , il costume turchese , gli occhiali a specchio e chissà quanti altri ancora . Oggetti che ufficialmente mi appartengono ma che sono irrimediabilmente legati ad altre persone , come se a loro appartenessero.

Due dicembre duemilasei : la serata è fredda e io sono in ritardo , è una cosa che odio , ma volevo che la casa fosse in ordine che tutto fosse pronto e perfetto perchè quella sera avrei conosciuto finalmente Lui . Avremmo scoperto se il feeling virtuale poteva avere la stessa presa anche dal vivo , dove la chimica e la psicologia di mescolano tra loro . Fu , per entrambi , una piacevolissima conferma e quella sera, dopo tanto tempo , provai la sensazione meravigliosa di sentirmi appagato nel profondo , completo come non lo ero mai stato prima . Una serenità interiore che durò fino all'ultimo giorno della nostra storia . Di lui è rimasta traccia soprattutto dentro , quelle tracce così scavate che sembrano dei solchi e necessitano di molto tempo prima di appianarsi , di affievolirsi . E' rimasto anche un cassetto pieno delle sue cose , un cassetto che , per il primo periodo dopo la fine della storia , veniva aperto soltanto per accogliere parti di lui che ogni tanto ritrovavo in giro per casa , un cassetto che conteneva tutte le lacrime che non riuscivo a versare e tutti i pensieri delle lunghe notti insonni . Un cassetto che da allora è rimasto chiuso .
Oggi sento che a chiudersi è anche quel ciclo e , per renderlo definitivo e relegarlo nei ricordi , ho svuotato il cassetto di Lui , di noi . Lettere piene di parole che raccontano la nostra storia , un cuore di velluto rosso pieno, allora, di caramelle dolcissime , i prodotti per il corpo ,i cd e i dvd , la sua foto grande che stava in salotto , le foto di noi , a Natale , a S. Valentino , in gita Venezia e sul lago di Garda , l'anello con il brillantino che non ho più portato , il suo regalo per il mio compleanno , lavato stirato e mai indossato perchè non c'è più stata l'occasione , un pacchettino regalo in attesa di Lui che non è più tornato .
Ora è un bel cassetto vuoto, spazioso e capiente : mi piace , lo guardo e sembra dirmi di lasciare aperto il mio cuore . Non so ancora chi sarà lui, non so bene se sarà Lui .
So soltanto che voglio cogliere i frutti che la vita mi concede .
La bellissima foto , presa dalla rete , è di Marc De Cunha Lopez .