"Non siamo davvero solisti nemmeno nella nostra vita, ma la scena di un dialogo a più voci, tutte, purtroppo, forse, dello stesso valore".
( Göran Tunström )


domenica 12 aprile 2009

L'eco del Vandalo


Papà è via, è andato in ospedale a trovare brother_Bannet grande che deve mangiare tanto gelato perché gli hanno levato le tonsille: anch'io vorrei toglierle, ma mi hanno detto che non le ho. Mamma è in soggiorno, con lei c'è la zia cicciottella con il suo moroso lungo lungo e secco: parlano di matrimonio e confetti, io vorrei rimanere a parlare con loro perché voglio sapere se il suo vestito ha la gonna ampia come quelli delle principesse, se mi regala dei pezzetti di tessuto bello come quello che ha dato a mia sister_Bannet grande che ha fatto il vestitino alla barbie e poi volevo mangiare un'altra fetta della sua torta a forma di ciambella che profuma di rum. Mamma dice che è tardi e allora ci spedisce a letto tutti , io, sister_Bannet grande e sister_Bannet media: resta con loro sister_Bannet piccola, ma lei ha solo pochi mesi e dorme sempre. Anche brother_Bannet piccolo è già a letto, ma lui è stanco, fa lo scalmanato per tutto il giorno e poi a sera crolla subito, io invece non ho sonno e vorrei stare alzato ancora. Non riesco a dormire, ho provato a contare le pecorelle ma dopo un po' mi stanco, dovrei fare come sister_Bannet media che per addormentarsi gira la testa sul cuscino per qualche minuto e poi parte per il mondo dei sogni, proverò a stare fermo immobile e a chiudere gli occhi.
C'era qualcosa di strano nell'aria in quella notte primaverile già molto calda, non riuscivo a dormire: sentivo le voci di mamma e di zia che arrivavano dai piani inferiori e sempre più insistentemente sentivo un rumore che non riconoscevo, qualcosa di simile ad un cigolio. In camera con me sister_Bannet media e sister_Bannet grande, che ad un certo punto sbotta e urla verso l'altra di smettere di girare la testa sul cuscino perché fa troppo rumore. sister_Bannet media le dice che non si sta muovendo, tempo 30 secondi e sister_Bannet grande mi urla contro di smettere di dondolarmi sul letto perché faccio cigolare la rete e lei non riesce a dormire. Le rispondo che non sono io a muovermi e che quel cigolio non fa dormire nemmeno me. Ad un certo punto il rumore diventa più forte ma si trasforma, ha un suono più grave, come un brontolio profondo. C'è zia che urla, nonno che brontola qualcosa, poi mamma che strilla forte:" i bambini, i bambini !".
Sento un fracasso infernale che viene dalle scale, poi mamma arriva in camera tutta trafelata e ci tira fuori dal letto senza nemmeno accendere la luce. Non so cosa stia succedendo ma scendendo vedo che il poggiolo di legno delle scale si muove e mamma dice di non appoggiarsi, di correre giù, di uscire fuori che c'è il terremoto. Ho guardato bene attorno a me ma non lo vedevo, io non l'ho mai visto il terremoto ma sicuramente era lui che saliva sù per le nostre scale facendo tutto quel fracasso, deve avere una moto potente ma anche vecchia perché faceva un brutto rumore. Ho chiesto ai nonni se loro l'avevano visto ma hanno detto di no, e allora ho chiesto a brother_Bannet piccolo, sicuramente l'ha visto perché è sceso prima di noi e quindi deve averlo incrociato sulle scale prima che scappasse, ma lui è ancora tanto piccolo e non ha saputo spiegarmi bene com'era. Mamma e zia sono spaventate, hanno paura a rientrare in casa, nonno sembra più tranquillo, nonna guarda bene la casa, sister_Bannet piccola dopo aver pianto un po' si è addormentata e noi bambini aspettiamo ansiosi: io non ho ancora capito perché il terremoto è venuto a casa nostra e come mai rompe tutto quando arriva, ma terrò gli occhi bene aperti per vederlo quando torna.
(maggio 1976)

Guardando le drammatiche immagini che arrivano in questi giorni dalle zone colpite dal terremoto in Abruzzo, è affiorato alla mente questo ricordo, perché per la prima volta nella mia vita vivevo sulla mia pelle la presenza del terremoto. La nostra, fortunatamente, fu una zona non colpita ma nella quale sentimmo gli echi della sua voce. Ho, di quella sera, un ricordo un po' surreale, avevo 5 anni e fino a quel momento avevo sentito parlare di terremoto solo in riferimento a bambini o ragazzini troppo vivaci e scalmanati, e l'immagine di questo vandalo che sale le scale di casa con la sua moto facendo un fracasso infernale mi si è impressa nella memoria: il giorno dopo scoprì, dalle immagini del telegiornale, che aveva un aspetto completamente diverso ed era più distruttivo di quello che immaginassi. E a fissarsi nella mia mente furono, più delle immagini di morte e città rase al suolo, gli sguardi disperati delle persone, di chi si guarda attorno in cerca di punti di riferimento della propria vita e si accorge che si sente perso perchè non li trova nemmeno dentro di sé. Sto cullando tra le braccia l'ultimo arrivato in casa Bannet, lui dorme tranquillo e sembra non avvertire niente, come faceva quella sera del '76 anche sua madre, sister_Bannet piccola.