"Non siamo davvero solisti nemmeno nella nostra vita, ma la scena di un dialogo a più voci, tutte, purtroppo, forse, dello stesso valore".
( Göran Tunström )


martedì 17 marzo 2009

Fiocco azzurro in casa Bannet


Finalmente è arrivato, si è fatto desiderare tanto e ha voluto fare lo scherzetto a tutti decidendo di fare il suo debutto in società in piena notte: già da questo si capisce che sarà un notturno come una parte degli zii, oppure un festaiolo che proprio non riesce a starsene a casa tranquillo, come l'altra parte degli zii senza creanza. Lo aspettavano incuriositi pure i piccolini già presenti che ora, vista l'età e l'esperienza acquista a suon di poppate, pannolini, bavaglini, frequenza assidua degli asili Upper-Class fino alle prestigiosissime Scuole Statali del Triveneto, ecco ora lo guarderanno dall'alto al basso e potranno iniziare a cospirare verso l'ultimo arrivato, che sicuramente si metterà in concorrenza spietata per rientrare nelle simpatie del super Zio, quello particolare e diverso dagli altri, perché dietro la sua apparenza distante e pacata si nasconde un supereroe con il ciuffo azzurro che scrive su un blog seguitissimo da tutto il mondo gayo. Così nel frattempo mia nipote (la carognetta che ci metterà sotto tutti, ne sono sicuro, è una despota in erba) parte all'attacco preventivo:
-Tzjio, ma quando sono gande mi regali il blop così lo porto all'asilo sullo zainetto e lo mostro a Samantha perchè non capise che il mondo gaeo è un coloe!-
-Beh vediamo, potrebbe pesare tanto tanto, magari quando andrai all'università sarai abbastanza forte per portarlo in giro sullo zaino-
-Ma tzjio mi disegni la baby? con e scape oosa e i biatiini-
-Scarpe rosa e brillantini, e poi, solo le scarpe?-
-Noo , poi meti anche a bosa de viton-
-La borsa di Vuitton? però, pretenziosa la tua Baby. E poi che altro?-
-Bueo cacao-
-Burro cacao, e dove lo mettiamo, nella borsa di Vuitton?-
-Noo, in bocca, bueo cacao coi biatiini-
-E te pareva, pure il gloss luminescente vuole. E i vestiti niente? non la manderai in giro nuda spero, se poi prende freddo e sta male cosa facciamo?-
-Viene pendele ahancia-
-Cosa? chi è che viene a prenderla?-
-Hmm, tzjio mi fa sempe spiegae... Niii Noo, Niii Noo.-
Chissà come mi farà disperare il nuovo arrivato.
Per l'occasione, essendo il pargoletto figlio di my sister piccola, ho deciso che sia il caso di sfoggiare qualcosa in tono con l'evento: sono così indeciso, di solito io propendo per uno stile sobrio e di mettere qualcosa pieno di fiocchi azzurri non mi va tanto: però penso di aver risolto il problema, ho trovato le scarpe adatte. Il primo che si azzarda a darmi dell'eccessiva si becca un malocchio dalla fattucchiera più perfida del Nordest.

sabato 14 marzo 2009

Intimidating_Astonishing_Impossible

Si aggirano attorno a noi, mimetizzati fino a scomparire. Ci osservano con attenzione anche quando incrociamo distrattamente il loro sguardo del quale ci dimentichiamo un momento dopo. Raramente avvertiamo la loro presenza nella nostra vita, ma sono lì, sempre, nel momento in cui le nostre barriere difensive si abbassano, nei momenti in cui i desideri, le frustrazioni e tutti i pensieri tenuti a bada si risvegliano all'improvviso ed esplodono come un vulcano in eruzione. A volte basta aspettare verso sera, al crepuscolo, quando si radunano tra loro, si scambiano informazioni, si accordano sui dettagli da seguire per portare a termine il loro progetto. Ma soprattutto danno voce alle loro peculiarità, ed è tutto un movimento veloce ed impercettibile, un deformare la materia e plasmarla a piacimento, interagire con lo spazio e il tempo e con la vita delle persone.
Ebbene si, lo confesso, di fronte a questi giochini scemi non resisto, anche se ho poco tempo a disposizione, anche se sono stanco, anche se mi sento un po' in colpa perché forse dovrei scrivere di più al mio amore lontano: ma poi penso che anche questo, in qualche modo, è un parlare di me, scoprire una parte di me attraverso una simbologia iconografica, immagini, forme e colori.
Quindi ecco a voi i miei personali supereroi: sono tre e un po' rappresentano come mi vedo, un po' come vorrei essere, un po' l'uomo che mi piace.



Mi sono divertito a crearli attraverso questo sito, The Hero Factory, è la versione moderna di un giochino che facevo da piccolo con le figure di carta da ritagliare , in genere graziose donnine, con tutta una serie di capi intercambiabili. Ringrazio Byb per la segnalazione.

lunedì 9 marzo 2009

piccole voci


Ho cinque anni, vado all'asilo, ma io sono grande ormai il prossimo anno andrò alle elementari così anch'io potrò andare a scuola in bicicletta. Non mi piace più andarci con il pulmino, devo sempre badare ai bambini piccoli dei vicini, ai loro stupidi cestini che non sanno portare da soli perché fanno finta di non essere capaci, sempre a frignare, che bugiardi. Però quando arriviamo all'asilo devo sempre essere io a mettere le loro cose nell'armadietto mentre loro se ne corrono spediti ai giochi: non mi lasciano mai giocare sull'altalena, devo sempre aspettare che la suora ci chiami per il sonnellino ma io faccio sempre finta di non sentire e mi nascondo dietro la casetta di legno. Poi, quando tutti sono rientrati salgo sull'altalena e mi spingo in alto, ma devo fare piano perché non mi sentano e non posso spingermi troppo in alto altrimenti Domizia, la cuoca, mi vede dalle cucine e poi lo va a dire alla suora. Non mi piace fare il sonnellino, io non dormo, sono sempre gli stessi che dormono gli altri fanno solo finta: invece di dormire si passano i giochi che hanno preso di nascosto dai cestoni e si divertono tra loro, non mi lasciano mai giocare con loro. La suora mi ha messo vicino a Franco e io lo odio, è un bambino cattivo e mi dà sempre i pizzicotti sulle gambe, fa i dispetti e poi incolpa me. Ieri sono stato messo in castigo in un angolo lontano dagli altri bambini, la suora mi ha preso per un orecchio e mi ha trascinato via: io ho provato a divincolarmi ma lei tirava forte. L'orecchio mi faceva male, era tutto rosso e suggestionato, tutto per colpa di Franco che se ne stava lì a sorridere alle mie spalle e di nascosto mi faceva le boccacce. Io lo guardavo fisso pensando al modo migliore per fargliela pagare, brutto stronzo.
Così preferisco nascondermi in giardino, salgo sull'altalena e vado a volare, con me c'è Stella la papera di plastica gialla, quella grande, non quella piccola con il becco rotto. Vorrei portarmela a casa ma non posso. Quando sarò grande mi comprerò tante papere e le terrò sempre con me.
Quando la suora si accorge che manco manda Domizia a prendermi, tanto lo so, ma faccio finta che non viene. Domizia ha un occhio di vetro ed è la zia di Samuele, un bambino della mia età. Avevo un po' paura di lei perché mi guardava sempre strano, gli altri bambini dicono che se diventa cattiva ti cava un occhio per sfogare la cattiveria. Un giorno l'ho vista piangere perché Samuele si era fatto male in un incidente, aveva tutta la faccia rotta. Quando è tornato a scuola, dopo un po' di tempo, aveva tutta la testa fasciata, anche il naso e le mani, con le bende come le mummie dell'Africa: una sera , mentre stavamo tornando a casa ho visto Domizia che lo stringeva e lo baciava forte forte: allora ho capito che certi bambini non sanno niente e raccontano solo bugie.
Oggi ho fatto un bel disegno, mi piace usare i colori, sentire l'odore delle cere e dei pastelli: c'era una bella barca in mezzo al mare con tante onde celesti e la bandiera che sventolava. Ho messo tante stelle nel cielo e anche la luna: è difficile da disegnare, ma poi penso che assomiglia ad una banana e allora mi viene più facile. Ho voluto mettere anche il sole, nell'angolo in alto, lontano, con un bel sorriso e due occhi grandi. Era così bello, con tutti i raggi giallini chiari e scuri, un po' lunghi e un po' corti.
Alla suora non piaceva, poi mi ha urlato forte perché voleva che lo toglievo, se c'era la luna non poteva esserci anche il sole, diceva, ma a me non importava, li volevo così, insieme. Lei ha preso la penna blu e l'ha sporcato tutto con dei brutti segni sopra: ho preso il mio disegno, l'ho piegato e l'ho messo nella tasca del mio grembiule, al sicuro, e non le ho più parlato, anche quando lei cercava di farmi le moine, anche quando ha detto a tutti che io avevo disegnato il sole con la luna e, come tutti sanno non è così che si deve fare; gridava forte e tutti ridevano, io non l'ascoltavo più. Io un giorno ho visto la luna insieme al sole, era quasi ora di cena, la luna era chiara, si vedeva poco ma c'era. Forse lei quel giorno non l'ha vista, o forse non le bastano più nemmeno gli occhiali per vederci, sono così grossi e brutti: non m'importa, io l'ho vista e c'era anche il sole.
Sono corso nel corridoio degli armadietti e ho cercato il mio, è quello con il disegno della giostra che gira, come quella grande che c'è in giardino, che però non gira, non so perché, forse è rotta. Il mio armadietto profuma di fragole e pesca, c'è il mio asciugamano, un fazzoletto e il cestino: ho nascosto lì dentro il mio sole ma prima l'ho accarezzato, così non piangeva.
Ho mostrato il disegno a nonna e abbiamo provato a cancellare i brutti segni della suora, ma non sono venuti via: nonna dice di non essere triste, perché è come quando d'estate piove, durante una giornata di sole.
Pioggia della strega l'ha chiamata, non so chi è la strega ma mi piace.
Ho recuperato questo racconto da un vecchio blog che ho tenuto in passato ma che avevo reso pubblico solo in parte, è una sorta di dialogo con quello pubblicato da Gan nel suo blog nonsosescendo, dialogo tra voci di bambino.

domenica 1 marzo 2009

BOFILIELLA_new album_2009


Anche Asa_Ashel presenta il suo lavoro discografico partecipando al concorso che vede schierata la crème dell'aristocrazia blogger-gaya italiana.
Per chi fosse interessato a partecipare vi rimando al link con il regolamento da seguire.
Infine solo questo blog è in grado di svelare in anticipo tutti i segreti che circondano con un alone di mistero quello che si prefigura come un evento che tutti aspettavano nel mondo della musica.
Nome della band_ BOFILIELLA
Titolo dell'album_ Your Wife Asks For Nothing
Photo_ fonte Flickr
Graphic_ Asa_Ashel design

A breve nei migliori negozi di musica.
per i più curiosi, il genere musicale è di tipo...rock rombante

Coppie di fatto: aggiornamenti


Riporto pari pari da il mattino di Padova questo articolo, perché come sempre le notizie più interessanti passano in secondo piano, e soprattutto perché sembra che le cose di cui non si parla nei media semplicemente non esistano.

L’anagrafe per le coppie di fatto a Padova c’è ancora, funziona ed è sempre uno strumento fondamentale per le unioni di fatto, siano omo o eterosessuali. A ricordarlo arriva un opuscolo, stampato in decine di migliaia di copie, e che sarà distribuito sabato e domenica assieme al mattino. Una campagna d’informazione promossa e finanziata per una cifra che arriva quasi ai 10 mila euro, dall’Arcigay del Veneto, l’associazione Linfa (Lega nuove famiglie) e dalla Cgil provinciale guidata da Andrea Castagna: «E’ un vademecum che promuove maggiormente uno strumento che ha avuto grande visibilità nel momento della creazione ma poi rimasto un po’ sottotraccia - spiega Alessandro Zan, consigliere di Sinistra laica e presidente dell’Arcigay regionale - tutte le coppie che si sono registrate hanno riportato vantaggi dalla loro decisione». Nel pieghevole si spiega come ottenere il certificato (una procedura semplice, soprattutto se si ha già la residenza, che si può svolgere in qualsiasi ufficio anagrafico) e i vantaggi che esso implica. Fra gli altri: l’iscrizione nelle graduatorie per l’assegnazione di alloggi pubblici, il risarcimento di danni morali e materiali in caso di morte del convivente causata da colposamente da terzi, agevolazioni sui servizi alle coppie. Al momento sono circa 80 i conviventi in anagrafe. Quaranta coppie in oltre due anni, un numero che Zan spera di veder aumentare nei prossimi mesi: «Con l’iscrizione all’anagrafe viene rilasciato un certificato che taglia la testa al toro, la coppia che lo chiede ha tutti i diritti previsti dalla legge per i conviventi», spiega Giuliana Michelini, giurista ed esponente della Linfa. Una cosa non da poco, visto che al momento, nella vita di tutti i giorni, i diritti di chi convive si basano spesso sul buonsenso di chi si ha di fronte. Come dimostrano due storie riguardanti i dati di salute. «E’ successo che medici si rifiutassero di rivelare dati sanitari o diritto di visita al convivente di un paziente, per cambiare idea dopo la presentazione del certificato - ricorda Zan - a Padova è capitato a due coppie, una situazione di stallo risolta grazie al registro». Le due associazioni e il sindacato scendono in campo per ricordare il frutto di una lunga battaglia, che ha visto Padova arrivare prima in Italia. Era il 4 dicembre del 2006, infatti, quando fu approvata in consiglio comunale, a grande maggioranza, la mozione presentata da Zan.