L'aurora spuntò tra pennellate di rosa e di un oro rugginoso .
Eravamo nascosti dentro un canneto su una lingua di sabbia tra Lisbona e Santa Iria .
Mi svegliai , dopo un sonno senza sogni , tra le braccia di Farid , spaventato e sorpreso dal ritorno del sole .
Mentre lui mi asciugava la fronte e mi aiutava a sedermi , rimasi colpito dalla sua disadorna bellezza , in particolare dalla giovane barba che gli rendeva ispide le gote e che spiccava sulla sua carnagione olivastra come un ornamento .
I riccioli ribelli della sua chioma folta e nera come il carbone gli incorniciavano il viso come una criniera , gli ornavano la fronte come un festone , gli spiovevano sulle spalle larghe .
Una faccia da cospiratore , diceva la gente che temeva il suo silenzio e il giudizio dei suoi occhi smeraldini, e credeva , nella sua ignoranza , che i sordi fossero malvagi .
Ma gli unici oggetti delle fantasticherie di Farid erano le rime . Un poeta nato .
E il più delle volte i suoi occhi erano semplicemente puntati dentro di sé , giudicavano solo la curva di una frase o i contorni di un ritmo .
Le sue labbra si assottigliarono fino a formare una ruga meditabonda .
Farid si toccò il lungo lobo dell'orecchio destro,come faceva sempre quando era inquieto .
Sembrava che avesse uno spasmodico desiderio di parlare .
Ma questo , naturalmente , era impossibile .
(....) Mentre Farid mangiava , le canne intorno a noi ondeggiavano all'unisono col lento salire della marea . Lo sciabordio dell'acqua somigliava al rumore che fanno i daini bevendo.
Tutto era tranquillo , come doveva essere .
Cominciai a piangere , come se mi trovassi alle porte della misericordia divina , e a gesti chiesi all'amico : "Qual è il mondo reale ? Questo o ... ?".
"Paradiso e inferno sono il cielo e il mare " rispose ."E tu sei l'orizzonte ".
Non diedi retta alle sue parole . Era la danza delle sue mani possenti che era troppo bella da sopportare .
(......) Più tardi , e nei molti giorni passati da allora , ho pensato spesso che la mia vita sarebbe stata assai più semplice se io fossi stato capace di trovare appagamento fisico tra le sue braccia .
(tratto da " Il Cabalista di Lisbona " di Richard Zimler , traduzione di Vincenzo Mantovani , A.Mondadori Editore )
Ho trovato bellissimo questo romanzo perchè compendia tre caratteristiche che ricerco quando leggo : qualità della scrittura ( in questo caso anche della traduzione ), inventiva nella trama e approfondimento del contesto storico-sociale-geografico nel quale si muovono i personaggi senza perdere di coerenza con tutto il resto .
E' ambientato all'inizio del Cinquecento, in una Lisbona dove l ' Inquisizione semina il terrore . A esserne vittima è soprattutto la comunità ebraica Sefardita, che qui vive clandestinamente dopo che Ferdinando e Isabella di Spagna ebbero espulso tutti gli ebrei dal loro regno.
L'ho letto la prima volta una decina d'anni fa , quando, la mia ricerca personale sul posto che andavo ad occupare nel mondo mi spingeva a cercare dei confronti che non sempre trovavo nella giusta profondità e apertura mentale che desideravo.
Scorpire un personaggio gay meraviglioso come Farid è stato entusiasmante , anche per la delicatezza e il trasporto emotivo con cui lo descrive il protagonista principale del romanzo .
Io, e molti altri gay, almeno una volta nella vita abbiamo pensato che, se con le donne ci fosse anche un'attrazione sessuale , la nostra vita sarebbe stata più semplice, non per una questione affettiva, ma semplicemente per una questione pratico-sociale .
Il protagonista del romanzo ribalta invece la cosa , perchè preferirebbe avere quei grattacapi pratici pur di poter unire il grande affetto e sintonia che prova verso l'amico con l'attrazione fisica .
Ma come le persone attente ben sanno , l'attrazione sessuale è una cosa che non si impone , è un'alchimia sottile di componenti che vanno al di là della ragione e del sentimento , si prova e basta .Sensa spiegazioni, come se fosse il punto più alto dell'istinto .
Eravamo nascosti dentro un canneto su una lingua di sabbia tra Lisbona e Santa Iria .
Mi svegliai , dopo un sonno senza sogni , tra le braccia di Farid , spaventato e sorpreso dal ritorno del sole .
Mentre lui mi asciugava la fronte e mi aiutava a sedermi , rimasi colpito dalla sua disadorna bellezza , in particolare dalla giovane barba che gli rendeva ispide le gote e che spiccava sulla sua carnagione olivastra come un ornamento .
I riccioli ribelli della sua chioma folta e nera come il carbone gli incorniciavano il viso come una criniera , gli ornavano la fronte come un festone , gli spiovevano sulle spalle larghe .
Una faccia da cospiratore , diceva la gente che temeva il suo silenzio e il giudizio dei suoi occhi smeraldini, e credeva , nella sua ignoranza , che i sordi fossero malvagi .
Ma gli unici oggetti delle fantasticherie di Farid erano le rime . Un poeta nato .
E il più delle volte i suoi occhi erano semplicemente puntati dentro di sé , giudicavano solo la curva di una frase o i contorni di un ritmo .
Le sue labbra si assottigliarono fino a formare una ruga meditabonda .
Farid si toccò il lungo lobo dell'orecchio destro,come faceva sempre quando era inquieto .
Sembrava che avesse uno spasmodico desiderio di parlare .
Ma questo , naturalmente , era impossibile .
(....) Mentre Farid mangiava , le canne intorno a noi ondeggiavano all'unisono col lento salire della marea . Lo sciabordio dell'acqua somigliava al rumore che fanno i daini bevendo.
Tutto era tranquillo , come doveva essere .
Cominciai a piangere , come se mi trovassi alle porte della misericordia divina , e a gesti chiesi all'amico : "Qual è il mondo reale ? Questo o ... ?".
"Paradiso e inferno sono il cielo e il mare " rispose ."E tu sei l'orizzonte ".
Non diedi retta alle sue parole . Era la danza delle sue mani possenti che era troppo bella da sopportare .
(......) Più tardi , e nei molti giorni passati da allora , ho pensato spesso che la mia vita sarebbe stata assai più semplice se io fossi stato capace di trovare appagamento fisico tra le sue braccia .
(tratto da " Il Cabalista di Lisbona " di Richard Zimler , traduzione di Vincenzo Mantovani , A.Mondadori Editore )
Ho trovato bellissimo questo romanzo perchè compendia tre caratteristiche che ricerco quando leggo : qualità della scrittura ( in questo caso anche della traduzione ), inventiva nella trama e approfondimento del contesto storico-sociale-geografico nel quale si muovono i personaggi senza perdere di coerenza con tutto il resto .
E' ambientato all'inizio del Cinquecento, in una Lisbona dove l ' Inquisizione semina il terrore . A esserne vittima è soprattutto la comunità ebraica Sefardita, che qui vive clandestinamente dopo che Ferdinando e Isabella di Spagna ebbero espulso tutti gli ebrei dal loro regno.
L'ho letto la prima volta una decina d'anni fa , quando, la mia ricerca personale sul posto che andavo ad occupare nel mondo mi spingeva a cercare dei confronti che non sempre trovavo nella giusta profondità e apertura mentale che desideravo.
Scorpire un personaggio gay meraviglioso come Farid è stato entusiasmante , anche per la delicatezza e il trasporto emotivo con cui lo descrive il protagonista principale del romanzo .
Io, e molti altri gay, almeno una volta nella vita abbiamo pensato che, se con le donne ci fosse anche un'attrazione sessuale , la nostra vita sarebbe stata più semplice, non per una questione affettiva, ma semplicemente per una questione pratico-sociale .
Il protagonista del romanzo ribalta invece la cosa , perchè preferirebbe avere quei grattacapi pratici pur di poter unire il grande affetto e sintonia che prova verso l'amico con l'attrazione fisica .
Ma come le persone attente ben sanno , l'attrazione sessuale è una cosa che non si impone , è un'alchimia sottile di componenti che vanno al di là della ragione e del sentimento , si prova e basta .Sensa spiegazioni, come se fosse il punto più alto dell'istinto .
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