"Non siamo davvero solisti nemmeno nella nostra vita, ma la scena di un dialogo a più voci, tutte, purtroppo, forse, dello stesso valore".
( Göran Tunström )


lunedì 1 giugno 2009

Fuck_you


Lily Allen è lì in sottofondo che canta la sua "fuck you" assurta agli onori della cronaca recente grazie ad alcuni video cliccatissimi su you tube. Mi piace, è orecchiabile, ti entra dentro e ti lascia una voglia di spararti le pose sceme davanti allo specchio. Ascolto solo questo pezzo, è inserita la funzione a ripezione e diventa quasi un mantra, una sorta di brodo dove cuociono i miei pensieri. Ha un sottofondo struggente che non riesco a definire e un retrogusto di fine settimana di inizio estate passato sfrecciando per le autostrade del nord italia per raggiungere i locali più cool delle serate gaye danzanti ed ammiccanti: l'aria calda ma non troppo, la notte ancora giovane e le forze fresche, la prima abbronzatura dorata sottolineata dalla canotta assassina che tutti mi invidiano, il latte di malva sulla pelle che mi rende morbido, profumato e suadente come una puttana d'alto bordo. Accanto a me E. che mi racconta le sue ultime dis-avventure erotico-comiche con il disgraziato di turno, ed è un'orda di misure , sproloqui, maledizioni celtiche-montanare intervallate da risate, sospiri e malocchi verso le vecchie che ci precedono nell'altra macchina. Viaggiare ci fa sentire quasi in vacanza, un po' si spera dentro che la serata sia più fruttuosa delle ultime.
Ecco, questa canzone ha il gusto di una risata un po' amara, perché un po' è positiva, un po' ti fa pensare che avrebbe potuto essere migliore se le cose, le situazioni e le persone fossero state diverse.
Ieri, per la prima volta dopo quasi tre mesi di lavoro indefesso, mi sono preso una pausa da tutto e da tutti e ho avuto il tempo per riappropriarmi dei pensieri per me stesso, ho smesso di pensare alle necessità degli altri e ho cercato di capire i miei desideri.
Non ne ho trovati e non so più se è solo stanchezza cronica o il sintomo di un'apatia generale che sta prendendo sempre più spazio.
L'altra sera dai miei ho incrociato sorella grande giusto in tempo per salutarla prima della sua avventura di un mese in terra inglese in quel di Cambridge per prendere più confidenza con la lingua locale in previsioni di lavori che la porteranno spesso in giro per il mondo: è tutto un po' nuovo anche per lei che, nonostante l'aspetto da ragazzina si trova a quarant'anni a fare vita da studentessa. Ecco, avrei voglia di qualcosa di simile, di fare tabula rasa e cominciare qualcosa di nuovo, lontano da qui, da questa italietta da operetta che lascia sempre più sconcertati mano a mano che passa il tempo. Ma credo sia essenziale viaggiare leggeri, i miei adorati libri dovranno aspettare il mio ritorno, tanto ormai non ho più nemmeno il tempo da dedicare a loro, poi devo pensare a Geltrude, Anastasia e le Tre Grazie, le mie piante, ma sono sicuro che per un po' di tempo mamma potrà occuparsi di loro. Alvaro, AliceJoe, Placido e l'ultimo arrivato Amelio resteranno al sicuro in una scatola, il bello dei peluche è che non ti chiedono mai niente e si accontentano dei momenti che gli regali, è nei sogni che si prendono la rivincita e ottengono quello che vogliono.
Poi ci sono le persone che mi conoscono, quelle che mi vogliono bene. Per loro non si può fare come i peluche, sicuramente in una scatola non ci vogliono stare. Un giorno E. citanto una frase di M.L.King vi fece arrivare un rimprovero indiretto per i miei silenzi:
"Non è grave l'urlo dei violenti, bensì il silenzio spaventoso delle persone per bene".
Questa è la mia risposta, oggi come allora: A volte i silenzi riempiono il vuoto della vita, a volte le parole ti costringono a condividere questo vuoto con gli altri. Non è questo che voglio dare alle persone che amo.
Per quelli che no, che proprio non mi sopportano : fuck you.

Male che vada farò come quel protagonista di una deliziosa novella di Gianni Rodari e dirò: "Basta, mollo tutto e vado via con i gatti!"

4 commenti:

  1. Ecco, per ora mi limito ad un liberatorio "Bentornato!". Ero preoccupato, sai? Ma hai ragione, a volte i silenzi riempiono davvero certi vuoti.
    Un bacio, carissimo.

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  2. "l'aria calda ma non troppo, la notte ancora giovane e le forze fresche, la prima abbronzatura dorata sottolineata dalla canotta assassina che tutti mi invidiano, il latte di malva sulla pelle che mi rende morbido, profumato e suadente come una puttana d'alto bordo"....
    Ma sono cose da scrivere, queste? Che se qualche vecchiacc... cioè, vecchina, passasse di qua e si mettesse a leggere rischierebbe uno "scìoppone"(dall'invidia...)
    :)

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  3. Quello sopra era il commento ebete; qui vorrei dire come, almeno in base alla mia personale esperienza, le pause e i tempi presi per sé stessi male sicuramente non fanno, ma non sempre bastano a far chiarezza; oppure fanno comprendere come i desideri troppo spesso si collochino appena appena ma comunque aldilà di quanto si riesce ad ottenere.

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  4. Evviva, sei tornato.
    Mi sei mancato, sai?!
    Quanto mi piacerebbe vederti nello splendore dell'estate che inizia.
    Buoni silenzi allora e buon'estate, soprattutto!

    P.S. Un bel "Fuck You!" alle volte è proprio liberatorio e ci rimette in sesto ancor più del silenzio.

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