
Sull' affaire Bolle è successo esattamente quello che mi aspettavo: sarebbe bastato che la stampa nazionale non strillasse ai quattro venti la notizia e sull'argomento sarebbe sceso il solito silenzio chiacchierato del "tutti sanno ma non si dice".
Io con Roberto tutto sommato non me la prendo, è figlio della cultura e della società in cui è cresciuto e come tale si adegua e si comporta. Come non pensare comunque, vista l'etichetta del gay che la gente comune cuce addosso preventivamente a qualsiasi ballerino di danza classica, che non avrebbe sconvolto più di tanto la platea.
Infastidisce l'eco che qui in Italia ha una notizia simile, o meglio, il modo con cui la si affronta, come se si trattasse di chissà quale argomento eccezionale ammantato di stranezza di cui tutti dovrebbero essere messi al corrente e, in questo, anche i media dimostrano tutto il loro provincialismo . Penso sia questo che secca maggiormente a persone come Roberto, anche se si potrebbe eccepire che, se così fosse, avrebbe tutte le occasioni per dimostrare il contrario.
Noto comunque che non ha negato di essere gay, ma di aver rilasciato un'intervista nella quale lo dichiarava. Il solito modo fumoso e contorto -se non opportunista- di lasciare una porticina aperta alle possibilità senza passare per bugiardo . Ma per queste cose ci sono altri illustri precedenti che nella stampa estera dicono di loro cose che qui in Italia non si sognerebbero mai di dichiarare.
A me in parte dispiace di tutto questo, perché un coming out da parte di personaggi amati e apprezzati dal grande pubblico per le loro qualità positive e che si contraddistinguono come persone pacate e attente, potrebbe essere solo positivo per far capire a molte persone, soprattutto quelle semplici per mancanza di orizzonti culturali, che gay non è sinonimo di male assoluto.
Ma sono convinto che, come sempre, a nessuno piaccia fare da battistrada e portabandiera o martire-volontario della situazione, non prendendo in considerazione probabilmente che un'uscita del genere, passato il primo momento di clamore mediatico, consentirebbe una libertà di movimento ed espressione fino a prima vincolata.
Che dire, forse la facilità con la quale possono espatriare e vivere altrove la loro vera vita, consente a questi personaggi di essere refrattari al desiderio di esporsi ad una causa comune.
Mi è piaciuto molto, a proposito di prese di posizione, l'intervento del cantautore Nek in chiaro contrasto con le dichiarazioni farneticanti di un suo pseudo-collega di cui si è parlato molto ultimamente nei media nazionali: a lui tutto sommato della cosa avrebbe potuto non fregare niente, ma ha dimostrato con questo che essere etero non significa essere stupidi e prendere per oro colato tutte le stronzate che certa gente vorrebbe far passare per unica e sola verità.
Io con Roberto tutto sommato non me la prendo, è figlio della cultura e della società in cui è cresciuto e come tale si adegua e si comporta. Come non pensare comunque, vista l'etichetta del gay che la gente comune cuce addosso preventivamente a qualsiasi ballerino di danza classica, che non avrebbe sconvolto più di tanto la platea.
Infastidisce l'eco che qui in Italia ha una notizia simile, o meglio, il modo con cui la si affronta, come se si trattasse di chissà quale argomento eccezionale ammantato di stranezza di cui tutti dovrebbero essere messi al corrente e, in questo, anche i media dimostrano tutto il loro provincialismo . Penso sia questo che secca maggiormente a persone come Roberto, anche se si potrebbe eccepire che, se così fosse, avrebbe tutte le occasioni per dimostrare il contrario.
Noto comunque che non ha negato di essere gay, ma di aver rilasciato un'intervista nella quale lo dichiarava. Il solito modo fumoso e contorto -se non opportunista- di lasciare una porticina aperta alle possibilità senza passare per bugiardo . Ma per queste cose ci sono altri illustri precedenti che nella stampa estera dicono di loro cose che qui in Italia non si sognerebbero mai di dichiarare.
A me in parte dispiace di tutto questo, perché un coming out da parte di personaggi amati e apprezzati dal grande pubblico per le loro qualità positive e che si contraddistinguono come persone pacate e attente, potrebbe essere solo positivo per far capire a molte persone, soprattutto quelle semplici per mancanza di orizzonti culturali, che gay non è sinonimo di male assoluto.
Ma sono convinto che, come sempre, a nessuno piaccia fare da battistrada e portabandiera o martire-volontario della situazione, non prendendo in considerazione probabilmente che un'uscita del genere, passato il primo momento di clamore mediatico, consentirebbe una libertà di movimento ed espressione fino a prima vincolata.
Che dire, forse la facilità con la quale possono espatriare e vivere altrove la loro vera vita, consente a questi personaggi di essere refrattari al desiderio di esporsi ad una causa comune.
Mi è piaciuto molto, a proposito di prese di posizione, l'intervento del cantautore Nek in chiaro contrasto con le dichiarazioni farneticanti di un suo pseudo-collega di cui si è parlato molto ultimamente nei media nazionali: a lui tutto sommato della cosa avrebbe potuto non fregare niente, ma ha dimostrato con questo che essere etero non significa essere stupidi e prendere per oro colato tutte le stronzate che certa gente vorrebbe far passare per unica e sola verità.