Riporto pari pari da il mattino di Padova questo articolo, perché come sempre le notizie più interessanti passano in secondo piano, e soprattutto perché sembra che le cose di cui non si parla nei media semplicemente non esistano.
L’anagrafe per le coppie di fatto a Padova c’è ancora, funziona ed è sempre uno strumento fondamentale per le unioni di fatto, siano omo o eterosessuali. A ricordarlo arriva un opuscolo, stampato in decine di migliaia di copie, e che sarà distribuito sabato e domenica assieme al mattino. Una campagna d’informazione promossa e finanziata per una cifra che arriva quasi ai 10 mila euro, dall’Arcigay del Veneto, l’associazione Linfa (Lega nuove famiglie) e dalla Cgil provinciale guidata da Andrea Castagna: «E’ un vademecum che promuove maggiormente uno strumento che ha avuto grande visibilità nel momento della creazione ma poi rimasto un po’ sottotraccia - spiega Alessandro Zan, consigliere di Sinistra laica e presidente dell’Arcigay regionale - tutte le coppie che si sono registrate hanno riportato vantaggi dalla loro decisione». Nel pieghevole si spiega come ottenere il certificato (una procedura semplice, soprattutto se si ha già la residenza, che si può svolgere in qualsiasi ufficio anagrafico) e i vantaggi che esso implica. Fra gli altri: l’iscrizione nelle graduatorie per l’assegnazione di alloggi pubblici, il risarcimento di danni morali e materiali in caso di morte del convivente causata da colposamente da terzi, agevolazioni sui servizi alle coppie. Al momento sono circa 80 i conviventi in anagrafe. Quaranta coppie in oltre due anni, un numero che Zan spera di veder aumentare nei prossimi mesi: «Con l’iscrizione all’anagrafe viene rilasciato un certificato che taglia la testa al toro, la coppia che lo chiede ha tutti i diritti previsti dalla legge per i conviventi», spiega Giuliana Michelini, giurista ed esponente della Linfa. Una cosa non da poco, visto che al momento, nella vita di tutti i giorni, i diritti di chi convive si basano spesso sul buonsenso di chi si ha di fronte. Come dimostrano due storie riguardanti i dati di salute. «E’ successo che medici si rifiutassero di rivelare dati sanitari o diritto di visita al convivente di un paziente, per cambiare idea dopo la presentazione del certificato - ricorda Zan - a Padova è capitato a due coppie, una situazione di stallo risolta grazie al registro». Le due associazioni e il sindacato scendono in campo per ricordare il frutto di una lunga battaglia, che ha visto Padova arrivare prima in Italia. Era il 4 dicembre del 2006, infatti, quando fu approvata in consiglio comunale, a grande maggioranza, la mozione presentata da Zan.
L’anagrafe per le coppie di fatto a Padova c’è ancora, funziona ed è sempre uno strumento fondamentale per le unioni di fatto, siano omo o eterosessuali. A ricordarlo arriva un opuscolo, stampato in decine di migliaia di copie, e che sarà distribuito sabato e domenica assieme al mattino. Una campagna d’informazione promossa e finanziata per una cifra che arriva quasi ai 10 mila euro, dall’Arcigay del Veneto, l’associazione Linfa (Lega nuove famiglie) e dalla Cgil provinciale guidata da Andrea Castagna: «E’ un vademecum che promuove maggiormente uno strumento che ha avuto grande visibilità nel momento della creazione ma poi rimasto un po’ sottotraccia - spiega Alessandro Zan, consigliere di Sinistra laica e presidente dell’Arcigay regionale - tutte le coppie che si sono registrate hanno riportato vantaggi dalla loro decisione». Nel pieghevole si spiega come ottenere il certificato (una procedura semplice, soprattutto se si ha già la residenza, che si può svolgere in qualsiasi ufficio anagrafico) e i vantaggi che esso implica. Fra gli altri: l’iscrizione nelle graduatorie per l’assegnazione di alloggi pubblici, il risarcimento di danni morali e materiali in caso di morte del convivente causata da colposamente da terzi, agevolazioni sui servizi alle coppie. Al momento sono circa 80 i conviventi in anagrafe. Quaranta coppie in oltre due anni, un numero che Zan spera di veder aumentare nei prossimi mesi: «Con l’iscrizione all’anagrafe viene rilasciato un certificato che taglia la testa al toro, la coppia che lo chiede ha tutti i diritti previsti dalla legge per i conviventi», spiega Giuliana Michelini, giurista ed esponente della Linfa. Una cosa non da poco, visto che al momento, nella vita di tutti i giorni, i diritti di chi convive si basano spesso sul buonsenso di chi si ha di fronte. Come dimostrano due storie riguardanti i dati di salute. «E’ successo che medici si rifiutassero di rivelare dati sanitari o diritto di visita al convivente di un paziente, per cambiare idea dopo la presentazione del certificato - ricorda Zan - a Padova è capitato a due coppie, una situazione di stallo risolta grazie al registro». Le due associazioni e il sindacato scendono in campo per ricordare il frutto di una lunga battaglia, che ha visto Padova arrivare prima in Italia. Era il 4 dicembre del 2006, infatti, quando fu approvata in consiglio comunale, a grande maggioranza, la mozione presentata da Zan.
Queste cose mi rendono felice di abitare a Padova!
RispondiEliminaSarei proprio felice di abitare a Padova.
RispondiEliminaMa forse prima o poi arriverò...
Sono sibillina oggi :)
...e io che ci ho abitato due anni e poi me ne sono anfato!
RispondiEliminaio sono un ragazzo omosessuale. Io ed il mio compagno vorremmo iscriverci a queste liste ma non siamo residenti nel comune o nella provincia di Padova. Abbiamo comunque diritto? e se sì, qualcuno sa dirmi cosa dobbiamo fare? Grazie mille!
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